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The Cracked Theseus and the Breath of Etna

The Cracked Theseus and the Breath of Etna

Nella notte tra il 29 e il 30 aprile, l’Etna ci ha nuovamente regalato uno spettacolo straordinario: un’eruzione potente e spettacolare.
Non avevo programmato di salire sul vulcano, né tantomeno di realizzare delle fotografie. Avevo già avuto più volte la fortuna di essere testimone della forza eruttiva dell’Etna e, sinceramente, non sentivo il bisogno di ripercorrere i miei passi.
Eppure, credo che l’universo sappia come guidare il nostro cammino. Quella notte ero uscito con l’intento di fotografare la Luna a falcetto in provincia di Palermo. Di certo non immaginavo che avrei concluso la nottata a Piano Vetore.
Mentre guidavo in autostrada, ho notato i primi bagliori rossastri provenire dalla cima del vulcano e ho subito capito: stava iniziando un nuovo parossismo. All’altezza dello svincolo per Siracusa, ho deciso d’istinto di cambiare rotta. Mi sono diretto verso l’Etna.
Ma dove andare? Cosa fotografare? Esisteva un luogo che non avevo ancora esplorato, ma che da tempo desideravo immortalare sotto il cielo stellato: il Teseo Screpolato.
Si tratta di una statua di Igor Mitoraj, un’opera intensa e simbolica che rappresenta l’uomo moderno: eroe capace di grandi imprese, ma segnato e logorato dalle sue stesse fragilità.
Una volta arrivato sul posto, ho percepito immediatamente il respiro del vulcano: boati profondi, roboanti, e sfrigolii vivaci di lapilli incandescenti che rotolavano lungo le pendici del cratere di Sud-Est.
Mi sono fermato sotto la statua. Ho atteso, cercando di entrare in sintonia con il luogo. Ho provato qualche scatto, ma soprattutto ho ascoltato.
Il Teseo sembrava rapito, estasiato nell’ascolto del vulcano. Con gli occhi chiusi, lo sguardo rivolto verso l’alto, un sorriso appena accennato e l’orecchio teso verso l’eruzione, la statua sembrava in comunione con la montagna.
Questo era lo scatto che volevo realizzare.

On the night of 29-30 April, Etna once again gave us an