Coordinate Il tempio è stato costruito durante l'ultimo trentennio del V secolo a.C., sulla cima di una collina a ovest della città, fuori dalle sue mura. Nonostante gli elementi costruttivi e le proporzioni della costruzione si riferiscano con chiarezza al periodo classico dell'architettura greca, il tempio è realizzato in una città degli Elimi, una popolazione di origine anatolica ma stanziata in Sicilia molto prima dell'arrivo dei coloni greci nella vicina Selinunte, con la quale Segesta fu perennemente in conflitto. Gli storici ipotizzano che, grazie agli scambi commerciali, la città elima abbia raggiunto nel corso del V secolo a.C. un alto grado di ellenizzazione. Un aspetto che ha sempre colpito molto gli storici è l'assenza di vestigia della cella all'interno del colonnato. Negli anni '80 sono state trovate tracce della fondazione della cella, interrate all'interno del tempio, insieme a tracce di costruzioni precedenti (il che farebbe pensare che il tempio fosse stato costruito su un luogo sacro ancora più antico). Secondo una ipotesi il tempio non è mai stato terminato, a causa probabilmente di avvenimenti bellici che coinvolsero a lungo la città e che la cella e la copertura non siano mai state realizzate. Fino a poco tempo fa era ignota la divinità a cui il tempio era dedicato.
Nell'aprile del 2020 è stata annunciata dalla direttrice del Parco Archeologico di Segesta la scoperta di un'epigrafe dedicatoria nei pressi del tempio che fa propendere per la dedica del tempio ad Afrodite Urania. La dedica recita cosi: "Diodoro, figlio di Tittelo, Appeiraios (ha dedicato la statua di) sua sorella Minyra, (moglie) di Artemon, che è stata sacerdotessa, ad Afrodite Urania”.
Nel Simposio di Platone compaiono due Afrodite: la prima, la Pandemia, era legata agli aspetti più sensuali e bassi dell’amore ed era considerata figlia di Zeus e Dione. La seconda, l’Urania, che era la più antica, essendo nata dalla schiuma del mare fecondata dai genitali di Urano recisi da Crono, era divinità celeste dell’amore puro rivolto al bene; possedeva pertanto forti connotazioni morali e politiche.
E’ suggestivo pertanto scoprire di avere ripreso il cielo e le stelle all’interno del tempio dedicato all’Afrodite detta Celeste quasi a testimoniare la purezza dell’amore e della passione verso il cosmo. Il fatto inoltre che il tempio abbia connotati Greci ma sia stato costruito da una popolazione di origini diverse ci ricorda, ancora una volta, che siamo un unico popolo sotto un unico cielo.
Canon 6d - Canon 8 -15 mm, 120 sec, iso 1600, f/4